Glossario
Le parole del porfidoAcciottolato
Pavimentazione esterna realizzata con ciottoli di fiume.
Alzata
In una scala l’alzata è l’elemento verticale di collegamento tra 2 pedate consecutive e successive (alzata). Le alzate determinano l’altezza del gradino e di norma vale la regola che devono essere adatte ad essere superate senza sforzo da una persona di altezza media.
Anticatura
Questa finitura è chiamata anche “spazzolatura”. Partendo da piastre precedentemente fiammate, con l’ausilio di specifiche spazzole e feltri, vengono leggermente levigate le asperità superficiali del porfido: la superficie assume una patina lucida che conferisce al materiale un aspetto antico.
Archi contrastanti
E’ lo schema di posa classico con cui vengono posati i cubetti. è lo schema che meglio si adatta ai vari contesti e alle varie pezzature dei cubetti ed è anche quello che meglio scarica la forza-peso che grava sulla pavimentazione.
Battiscopa
Il battiscopa è l’elemento verticale di congiunzione e finitura posto tra una superficie orizzontale (pavimentazione in porfido oppure scala in porfido) e una superficie verticale ( muro). Il battiscopa di porfido preserva la pulizia della parte bassa del muro durante le normali attività di pulizia. Si parla di battiscopa per elementi fino a cm 10 di altezza. Dopo questa misura il manufatto prende il nome di zoccolino. Per uso interno ed esterno.
Battitura
La battitura è la fase che segue ala posa in opera dei cubetti e serve per ancorare stabilmente i singoli elementi in porfido fra loro e allo stato di allettamento, preparandoli per la successiva fase di sigillatura.
Binderi
Elemento di contenimento e delimitazione delle pavimentazioni, necessario laddove manchi un altro elemento verticale stabile (cordolo, muro, ecc) atto a contenere la spinta dei cubetti. Con i binderi di porfido si possono delimitare aiuole e aree verdi e si possono creare cunette di raccolta delle acque piovane, ai bordi o al centro della sede stradale. I binderi possono venir impiegati come elemento da pavimentazione per realizzare superfici molto resistenti al traffico e all’usura.
Bocciardatura
E’ una lavorazione “ad urto” eseguita con un martello a punte piramidali. La superficie della lastra in porfido viene scalfita assumendo una struttura puntiforme, a tessitura più o meno fitta, secondo la quale si parla di bocciardatura grossa, media e fine.
Boiacca cementizia
La boiacca di sabbia e cemento è una miscela piuttosto liquida ottenuta miscelando in parti uguali sabbia fina, cemento e acqua. La boiacca cementizia viene stesa sopra gli elemento in porfido per chiuderne le fughe ed ancorare stabilmente gli uni agli altri i singoli elementi in porfido.
Bolognini
Costituiscono il prodotto in porfido più conosciuto e da sempre utilizzato per pavimentare piazze e strade. A Nord i cubetti sono noti anche col nome di bolognini e al Sud vengono chiamati, anche se impropriamente, sampietrini. La posa classica dei cubetti è quella ad archi contrastanti. I cubetti, scelti nelle pezzature più idonee, ben si addicono a creare pavimentazioni pedonali, pavimentazioni veicolari e pavimentazioni a traffico pesante spaziando dai cortili ai viali, dai marciapiedi alle piazze. In linea generale le dimensioni dei cubetti da impiegare in un pavimento sono direttamente proporzionali all’intensità del traffico.
Bugnato facciavista
Bugnato faccia vista in porfido viene utilizzato per il rivestimento di muri stradali, di sostegno o di contenimento ed è costituito da elementi spaccati grezzi e faccia in vista bugnata (caratterizzata da rilievi superficiali più o meno accentuati). Le coste laterali non sono necessariamente ortogonali ai piani di appoggio, la profondità (detta anche “entranza”) varia da 10 a 25 cm. Viene solitamente messo in pera a corsi regolari e giunto aperto.
Calibratura
E’ quel processo che avviene con l’ausilio un particolare macchinario che rifinisce i bordi delle piastre di porfido spessorandole allo spessore desiderato per un’entranza che solitamente varia dai 3 ai 5 cm in modo da agevolarne la messa in opera e adattarle ai vari contesti.
Canalette in porfido
Sono elementi a cielo aperto utilizzati per incanalare e raccogliere le acque piovana di superficie .
Cappello
Quando la copertina di porfido presenta tutti e 4 i lati lavorati si chiama cappello. Solitamente viene utilizzato per proteggere la parte sommitale di pilastri.
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Cava di porfido
E’ il luogo dove viene coltivato il porfido, dove avviene la cernita e selezione del materiale cavato dalla parete e dove avviene la prima lavorazione
Cerchi concentrici
La posa secondo lo schema dei cerchi concentrici prevede la posa dei cubetti a cerchi concentrici e consecutivi. è una posa di effetto se utilizzata nel giusto contesto. Solitamente viene messa in risalto inserendo i cerchi in riquadri realizzati con fasce di porfido.
Ciottoli
Sono elementi in pietra presenti naturalmente in natura, reperiti vagliando i letti dei fiumi e sono immediatamente utilizzabili senza ulteriori lavorazioni. Storicamente utilizzati per realizzare il classico pavimento “acciottolato” in numerosissime città italiane i ciottoli vengono utilizzati per pavimentare superficie esterne e per creare articolati decori. La forma è naturalmente arrotondata all’azione levigante dell’acqua. Per i ciottoli di dimensioni maggiori si parla di sassi e vengono utilizzati come elementi d’arredo nei giardini per composizioni varie.
Coda di pavone
Lo schema “a coda di pavone” è noto anche col nome di schema “a ventaglio”. La posa a coda di pavone è più costosa rispetto agli altri schemi perchè più difficoltosa e lenta da realizzare. Per rendere in tutta la sua valenza estetica è consigliabile realizzare i ventagli utilizzando materiali dal colore in contrasto (ad esempio cubetti di porfido e cubetti di granito, oppure cubetti di porfido e cubetti in marmo bianco di Carrara).
Colore del porfido
Il porfido è una pietra naturale che presenta un’ampia varietà cromatica. Non è corretto parlare di colore del porfido, mentre sembra più idoneo parlare di gamma di gradazioni. I colori del porfido vanno dai toni del grigio a quelli del rosso, dal viola al ruggine.
Copertina
Le copertine in porfido sono elementi di finitura e sono utilizzate per coprire e proteggere la parte sommitale dei muretti, contornare la parte a sbalzo dei balconi e dei pianerottoli e per rivestire i bordi piscina, ecc. Le copertine svolgono un duplice ruolo: proteggono e sono un elemento decorativo.
Cordellina perimetrale
Il termine si riferisce alla tipica lavorazione delle piastre bocciardate in trachite. Durante la fase di bocciardatura delle piastre in trachite rimane lungo tutto il perimetro un bordino di circa 1 cm di larghezza a piano sega: questa cornice è la a cordellina perimetrale.
Cordoli
I cordoli sono comunemente chiamati anche cordoni e cordonate e sono elementi in porfido costituiti da blocchi tagliati a forma di parallelepipedo e vengono utilizzati come elemento di delimitazione delle pavimentazioni in porfido e pietra, per formare aiuole o gradinate (al posto dell’alzata) e sono insostituibili per realizzare marciapiedi rialzati rispetto alla sede stradale, dove fungono da elemento verticale di raccordo tra i 2 piani (pedonale e carrabile).
Cordonate
I cordoli sono comunemente chiamati anche cordoni e cordonate e sono elementi in porfido costituiti da blocchi tagliati a forma di parallelepipedo e vengono utilizzati come elemento di delimitazione delle pavimentazioni in porfido e pietra, per formare aiuole o gradinate (al posto dell’alzata) e sono insostituibili per realizzare marciapiedi rialzati rispetto alla sede stradale, dove fungono da elemento verticale di raccordo tra i 2 piani (pedonale e carrabile).
Cordoni
I cordoli sono comunemente chiamati anche cordoni e cordonate e sono elementi in porfido costituiti da blocchi tagliati a forma di parallelepipedo e vengono utilizzati come elemento di delimitazione delle pavimentazioni in porfido e pietra, per formare aiuole o gradinate (al posto dell’alzata) e sono insostituibili per realizzare marciapiedi rialzati rispetto alla sede stradale, dove fungono da elemento verticale di raccordo tra i 2 piani (pedonale e carrabile).
Coste a spacco
Le coste tranciate sono coste ruvide al tatto ottenute spaccando le lastre in porfido con trance meccaniche dotate di punte a cuneo.
Coste fresate
Le coste segate sono lisce al tatto e sono ottenute tagliando le lastre in porfido con macchinari dotati di dischi diamantati, per un taglio rifinito e regolare.
Coste segate
Le coste segate sono lisce al tatto e sono ottenute tagliando le lastre in porfido con macchinari dotati di dischi diamantati, per un taglio rifinito e regolare.
Coste tranciate
Le coste tranciate sono coste ruvide al tatto ottenute spaccando le lastre in porfido con trance meccaniche dotate di punte a cuneo.
Cubetti
Costituiscono il prodotto in porfido più conosciuto e da sempre utilizzato per pavimentare piazze e strade. A Nord i cubetti sono noti anche col nome di bolognini e al Sud vengono chiamati, anche se impropriamente, sampietrini. La posa classica dei cubetti è quella ad archi contrastanti. I cubetti, scelti nelle pezzature più idonee, ben si addicono a creare pavimentazioni pedonali, pavimentazioni veicolari e pavimentazioni a traffico pesante spaziando dai cortili ai viali, dai marciapiedi alle piazze. In linea generale le dimensioni dei cubetti da impiegare in un pavimento sono direttamente proporzionali all’intensità del traffico.
Estrazione porfido
Processo attraverso cui viene cavato (estratto) il porfido trentino nella cava.
Fiammatura
E’ un trattamento superficiale sempre più richiesto per l’elevata qualità estetica e di calpestio che conferisce alla pietra. Con una fiamma ad alta temperatura (circa 600 ºC) emessa da uno o più cannelli si investe la superficie delle lastre di porfido, provocando uno shock termico che fa scoppiare le componenti cristalline della roccia. Questo processo altera per una certa profondità il materiale lapideo: il colore perde la sua varietà cromatica e si assesta sui toni caldi del grigio e migliora la resistenza all’esposizione agli agenti atmosferici ed alle aggressioni fisiche e chimiche.
File dritte
La posa a file dritte consiste nel posare i cubetti di porfido accostando gli elementi l’uno accanto all’altro in modo da realizzare delle file parallele le une alle altre. Questo schema di posa viene utilizzato in vari contesti e ha il pregio di adattarsi a qualsiasi ambiente in cui viene inserito. Molto utilizzato in passato è tornato in auge nell’ultimo decennio.
Fronte cava porfido
E’ la parte a vista della cava di porfido. Osservando il fronte di una cava si noterà che questo si presenta strutturalmente e cromaticamente in maniera molto diversa alle varie quote, percorso da lacerazioni e infiltrazioni molto complesse: ad ogni gradone si possono notare diversificazioni cromatiche, dalla gamma dei grigi a quella dei rossi. Ogni strato roccioso rappresenta una continua sorpresa.
Fughe
Le fughe sono gli spazi vuoti che rimangono tra i singoli elementi in porfido a posa ultimata. Le fughe verranno successivamente sigillate con sabbia semplice, sabbia e cemento a secco, boiacca cementizia o resina poliuretanica a seconda dei casi e delle esigenze.
Giunti
Le fughe sono gli spazi vuoti che rimangono tra i singoli elementi in porfido a posa ultimata. Le fughe verranno successivamente sigillate con sabbia semplice, sabbia e cemento a secco, boiacca cementizia o resina poliuretanica a seconda dei casi e delle esigenze.
Gocciolatoio non passante
Il gocciolatoio è un taglio eseguito sul piano inferiore della pedata o della copertina di porfido che permette all’acqua di scolare senza scendere sul manufatto sottostante (scala o muro). In questo caso il termine non passante si riferisce al fatto che guardando il manufatto in sezione non sarà visibile il taglio del gocciolatoio sotto la piastra, in corrispondenza dei lati corti.
Gocciolatoio passante
Il gocciolatoio è un taglio eseguito sul piano inferiore della pedata o della copertina di porfido che permette all’acqua di scolare senza scendere sul manufatto sottostante (scala o muro). In questo caso il termine passante si riferisce al fatto che guardando il manufatto in sezione sarà visibile il taglio del gocciolatoio sotto la piastra, in corrispondenza dei lati corti.
Gradini
I gradini assieme ai pianerottoli sono le parti che compongono una scala. I gradini a loro volta sono costituiti da un elemento orizzontale che funge da superficie di appoggio del piede (pedata) e da un elemento verticale di collegamento tra 2 pedate consecutive e successive (alzata).
Gradini a pè d’oca
E’ un particolare tipo di pedata a trapezio o a ventaglio, usata in sostituzione del pianerottolo di riposo. I gradini a pè d’oca sono di impatto visivo ma sono meno funzionali perchè la larghezza della pedata va riducendosi progressivamente su un lato, lasciando minor spazio d’appoggio al piede; sono inoltre più costosi e più difficili da posare.
Gradini massicci
I gradini massicci sono manufatti in porfido in un unico pezzo a tutto spessore che da solo costituisce pedata e alzata.
Granito
Pietra naturale di origine vulcanica particolarmente adatta per realizzare pavimentazioni esterne, in qualsiasi condizione di traffico ed in qualsiasi condizione ambientale grazie alle sue naturali doti di resistenza e durezza. Il granito è levigabile e lucidabile e viene commercializzato generalmente in lastre di vario genere per pavimentazioni o rivestimenti, sia in interni sia in esterni. Viste le elevate prestazioni in termini di resistenza meccanica, manutenzione, resistenza agli agenti atmosferici, il granito non teme concorrenti nell’uso all’aperto.
Impiego del porfido
Consiste nella valutazione preliminare della scelta del tipo di porfido (cubetti, piastrelle, ecc.) da utilizzare per la realizzazione della pavimentazione esterna. Questa scelta viene effettuata considerando l’intensità e natura del traffico a cui sarà sottoposta la pavimentazione, la destinazione e collocazione ambientale, le motivazioni architettoniche.
Laboratorio
E’ il luogo dove vengono eseguite le lavorazioni più specifiche, grazie all’ausilio di macchinari altamente tecnologici, pilotati da personale qualificato e specializzato.
Lastrame
Il lastrame è conosciuto anche col nome di palladiana, mosaico, opera incerta (opus incertum) ed è costituito da lastre di porfido di forma irregolare e bordi a spacco e irregolari, distinte in vari tipi in base a spessore e dimensioni. Il lastrame di porfido è un prodotto finito ottenuto durante la prima selezione di cernita del grezzo abbattuto sul fronte cava e non necessita di lavorazioni successive, il che lo rende un materiale a basso prezzo. Ottimo per il comfort di calpestio garantito dal piano cava, il lastrame è ideale per l’esterno di abitazioni, per vialetti, cortili, marciapiedi, ecc.
Lavorazione porfido
La zona di lavorazione del porfido può coincidere con la cava oppure essere costituita da un laboratorio a parte. Solitamente la zona di lavorazione coincide con la cava per i manufatti tranciati (cubetti, piastrelle a spacco, binderi, smolleri, ecc.) mentre corrisponde al laboratorio quando per la lavorazione del porfido siano necessari dei macchinari particolari e tecnologicamente più avanzati.
Levigatura
Ottenuta con un disco di feltro e l’applicazione di lucidanti, oppure con piombo in fogli e piatti speciali. La levigatura elimina progressivamente qualsiasi asperità o rugosità dal porfido, lascia però ancora opache le colorazioni.
Listelli
Sono elementi ricavati dalla lavorazione delle piastre di porfido con coste segate .Al pari degli smolleri da rivestimento, i listelli vengono impiegati per la realizzazione di rivestimenti murari, ma diversamente dai primi hanno un ingombro minore.
Lucidatura
Abrasione tramite apposite mole che rasano la superficie segata della piastra di porfido rendendola lucida. la lucidatura consente ravvivare i cromatismi delle piastre levigate, esaltando grana e venature del porfido, ma aumentando la luminosità e l’intensità dei colori. La lucidatura chiude tutti i pori della superficie della piastre in porfido aumentandone la resistenza agli attacchi superficiali di origine chimica.
Lucidatura fuori opera
La lucidatura viene eseguita direttamente in laboratorio con l’ausilio di macchinari speciali che levigano e lucidano la superficie delle singole piastre. La posa in opera si esegue con piastrelle di porfido fornite già lucide sul cantiere.
Lucidatura in corso d’opera
Operazione di lucidatura della pavimentazione in porfido eseguita successivamente alla posa in opera delle piastre utilizzando un’apposita macchina lucidante. La lucidatura eseguita in questo modo permette di levigare non solo la superficie delle piastrelle ma anche la parte sommitale delle fughe: in questo modo si otterrà un risultato impeccabile, con il classico effetto “a specchio”.
Manutenzione pavimentazioni in porfido
Esecuzione di riparazioni a vecchie pavimentazioni in porfido. I lavori di manutenzione e ripristino vengono eseguiti solitamente per la riparazione di pavimentazioni in porfido deteriorate da usura, a seguito di scavi o di interventi di manutenzione ordinaria (scavi per fognature, tubazioni gas o cavi elettrici, ecc.).
Marmo bianco di Massa e Carrara
E’ una roccia metamorfica caratterizzata dall’elevata luminosità. Il marmo di Carrara è una pietra che tende ad assorbire lo sporco e necessita di una certa attenzione nella pulizia e manutenzione. Il marmo viene spesso abbinato al porfido o ad altre pietre più scure per creare particolari disegni di posa o per dare alla pavimentazione un aspetto più originale.
Martellina
La martellina fa parte dell’attrezzatura base del posatore. è un martelletto speciale munito di due diversi tipi di punte: un’estremità è costituita da una punta piatta a scalpello grazie alla quale il posatore sposta la sabbia di allettamento e regola il sottofondo prima di posizionare il cubetto, mentre l’altra è dotata di una parte piena che serve per battere il cubetto e regolarlo alla giusta quota rispetto agli altri elementi.
Massetto
Per la posa in opera di pavimentazioni in porfido e pietra è il sottofondo migliore perchè è quello che permette un perfetto ed omogeneo scarico delle forze gravanti sulla pavimentazione e perchè riesce a resistere ai movimenti naturali dal sottofondo, evitando cedimenti e avvallamenti in superficie.
Messa in opera
Per posa in opera si intendono tutte le operazioni che vanno dalla stesa dello strato di allettamento alla collocazione dei singoli elementi in porfido e pietra secondo le quote e i disegni di progetto per dare forma e sostanza alla pavimentazione finale, comprese le operazioni di battitura, sigillatura e pulizia finale.
Mosaico
Il lastrame è conosciuto anche col nome di palladiana, mosaico, opera incerta (opus incertum) ed è costituito da lastre di porfido di forma irregolare e bordi a spacco e irregolari, distinte in vari tipi in base a spessore e dimensioni. Il lastrame di porfido è un prodotto finito ottenuto durante la prima selezione di cernita del grezzo abbattuto sul fronte cava e non necessita di lavorazioni successive, il che lo rende un materiale a basso prezzo. Ottimo per il comfort di calpestio garantito dal piano cava, il lastrame è ideale per l’esterno di abitazioni, per vialetti, cortili, marciapiedi, ecc.
Opera incerta
Il lastrame è conosciuto anche col nome di palladiana, mosaico, opera incerta (opus incertum) ed è costituito da lastre di porfido di forma irregolare e bordi a spacco e irregolari, distinte in vari tipi in base a spessore e dimensioni. Il lastrame di porfido è un prodotto finito ottenuto durante la prima selezione di cernita del grezzo abbattuto sul fronte cava e non necessita di lavorazioni successive, il che lo rende un materiale a basso prezzo. Ottimo per il comfort di calpestio garantito dal piano cava, il lastrame è ideale per l’esterno di abitazioni, per vialetti, cortili, marciapiedi, ecc.
Ore in economia
Eventuali prestazioni di manodopera in economia per lavori accessori alla posa in opera. Solitamente vengono eseguiti lavori in economia per lavori non previsti in fase di preventivo o difficilmente quantificabili prima dell’intervento stesso.
Palladiana
Il lastrame è conosciuto anche col nome di palladiana, mosaico, opera incerta (opus incertum) ed è costituito da lastre di porfido di forma irregolare e bordi a spacco e irregolari, distinte in vari tipi in base a spessore e dimensioni. Il lastrame di porfido è un prodotto finito ottenuto durante la prima selezione di cernita del grezzo abbattuto sul fronte cava e non necessita di lavorazioni successive, il che lo rende un materiale a basso prezzo. Ottimo per il comfort di calpestio garantito dal piano cava, il lastrame è ideale per l’esterno di abitazioni, per vialetti, cortili, marciapiedi, ecc.
Passi carrai
I passi carrai in porfido sono composti da 2 elementi: la soglia e, lateralmente a questa, i plinti. I passi carrai in porfido sono utilizzati principalmente in luoghi pubblici, potenzialmente soggetti a forti carichi, per raccordare la sede stradale alle quote sovrastanti del marciapiede.
Pavè
il termine indica generalmente quel particolare tipo di selciato realizzato con cubetti di pietra (porfido, basalto, granito, ecc.) e quello realizzato con ciottoli di fiume (detto anche acciottolato).
Pedata
I gradini di una scala sono costituiti da un elemento orizzontale che funge da superficie di appoggio del piede (pedata) e da un elemento verticale di collegamento tra 2 pedate consecutive e successive (alzata). Le pedate costituiscono il vero e proprio piano di calpestio della scala.
Pezzatura
E’ il termine usato per classificare i cubetti di porfido in base alle dimensioni dei singoli elementi.
Pianerottolo
I pianerottoli assieme ai gradini costituiscono gli elementi essenziali di una scala. I pianerottoli possono essere di arrivo o di riposo. I pianerottoli di riposo sono posti tra una rampa ed un’altra. Devono avere la stessa larghezza e profondità delle rampe che raccordano. In questi spazi sarebbe bene evitare i gradini a pè d’oca che, seppur di impatto visivo, sono meno funzionali (e quindi potenzialmente pericolosi), sono inoltre più costosi e più difficili da posare. I pianerottoli di arrivo sono gli spazi che fronteggiano una porta alla fine di una scalinata.
Piano anticato
Il piano fiammato è un piano artificiale ottenuto attraverso il processo di “fiammatura”. Il piano fiammato ricrea l’effetto ruvido tipico del piano naturale del porfido e al tempo stesso conferisce alla lastra un aspetto più rifinito e omogeneo su tutta la superficie.
Piano artificiale
Piano non esistente in natura, creato dall’uomo grazie all’impiego di macchinari particolari, sottoponendo le piastre a lavorazioni specifiche (fiammatura, spazzolatura, bocciardatura, levigatura, lucidatura).
Piano bocciardato
Il piano bocciardato è un piano artificiale ottenuto attraverso la bocciardatura.
Piano cava
Il piano cava è la superficie naturale del porfido, ottenuta dalla separazione naturale delle lastre dei singoli blocchi di porfido. La superficie piano cava si presenta ruvida al tatto, cosparsa di avvallamenti più o meno accentuati. Il piano cava è considerato dagli esperti del settore tra i più sicuri piani di calpestio, anche su superfici bagnate.
Piano fiammato
Il piano fiammato è un piano artificiale ottenuto attraverso il processo di “fiammatura”. Il piano fiammato ricrea l’effetto ruvido tipico del piano naturale del porfido e al tempo stesso conferisce alla lastra un aspetto più rifinito e omogeneo su tutta la superficie.
Piano lavorato
E’ un piano artificiale ottenuto partendo da una lastra da telaio sottoposta a successive lavorazioni (fiammatura, bocciardatura, spazzolatura, levigatura, lucidatura) che ne modificano l’aspetto mantenendo l’elemento materico della pietra ed esaltando la grana e il colore del porfido.
Piano lucido
Il piano lucido è un piano artificiale ottenuto tramite i processi di levigatura e lucidatura.
Piano rullato
Il piano rullato è un piano lavorato che si ottiene sottoponendo le piastre a taglio sega in Pietra della Lessinia alla finitura della rullatura. La superficie segata viene incisa da un macchinario a rullo che scava righe più o meno leggere che rendono il piano antisdrucciolo.
Piano sega
E’ ottenuto dalla segagione di grossi blocchi di porfido con dischi diamantati. Il materiale è tagliato con telai a filo diamantato che consentono di ottenere lastre a spessore costante e una superficie di taglio più regolare che può essere assimilata ad una superficie levigata grossa.
Piano semilucido
E’ un piano lavorato che si ottiene dalla parziale levigatura e lucidatura delle piastre in porfido piano cava. Partendo da lastre di porfido con piano naturale, si procede in laboratorio alla levigatura ed alla successiva lucidatura delle parti più in rilievo, lasciando il resto allo stato naturale.
Piano spazzolato
E’ il piano ottenuto sottoponendo alla spazzolatura piastre fiammate.
Piastrelle fiammate
Le piastrelle fiammate in porfido del Trentino hanno piano artificiale che riproduce il piano naturale di cava ma con caratteristiche di maggior omogeneità e minor ruvidità. Il processo di fiammatura tende ad uniformare la colorazione delle piastre che perdono gran parte della varietà cromatica tipica del Porfido trentino e si stabilizzano su una colorazione grigio caffelatte. Le piastrelle fiammate vengono impiegate principalmente per pavimentazione di ingressi, terrazze, interni e rivestimenti verticali.
Piastrelle lavorate
Le piastrelle di porfido con piano lavorato (fiammato, spazzolato, lucido, ad esclusione delle piastrelle semilucide, vengono ricavati dal taglio di grossi blocchi di porfido. Le grandi lastre che se ne ricavano presentano due superfici a piano sega molto regolari e sono calibrate artificialmente allo spessore scelto. Sul piano sega verranno successivamente eseguite lavorazioni specifiche (fiammatura, spazzolatura, lucidatura). Questi trattamenti modificano la superficie della lastra di porfido, la rendendola più rifinita e regolare e ne valorizzano le caratteristiche materiche della pietra quali il colore, la tessitura, la scabrezza, la rugosità.
Piastrelle lucide
Le piastrelle lucide sono senza dubbio il prodotto più elegante, raffinato e ricercato tra i manufatti in porfido. La superficie è ottenuta a taglio di sega con successiva lucidatura. La finitura lucida delle piastrelle valorizza al massimo la colorazione e la grana del porfido: i colori appaiono in tutta la loro intensità e bellezza, i cristalli appaiono in tutta la loro definizione. Indicate esclusivamente per uso interno.
Piastrelle piano cava
Assieme a cubetti e lastrame costituiscono la tipologia di porfido più utilizzata e apprezzata per realizzare pavimentazioni esterne. Le piastrelle di porfido vengono utilizzate per pavimentare spazi esterni sia pubblici che privati. Le piastrelle di porfido piano cava, nelle tipologie coste a spacco e coste segate, sono molto versatili, adattandosi ad ogni tipo di ambiente, storico o contemporaneo, e permettono varie soluzioni di posa. La superficie a piano naturale di cava garantisce un elevato comfort di calpestio e di transito (sia esso pedonale, ciclabile o veicolare) in tutta sicurezza anche su superficie bagnata.
Piastrelle piano sega
Le piastrelle piano sega in porfido del Trentino appartengono alla categoria delle piastrelle lavorate. Questa tipologia di piastrelle è il prodotto da cui verranno realizzati, mediante successive fasi di lavorazione, gli altri tipi di piastrelle lavorate (ad esclusione delle piastrelle semilucide) e deriva dal taglio di lastre a spessore costante ricavate dal taglio alla sega di un grosso blocco di porfido.
Piastrelle segate
Sono piastrelle in porfido con coste segate ortogonali al piano.
Piastrelle semilucide
Le piastre di partenza (piano cava e spessore variabile) vengono sottoposte in laboratorio alla levigatura e lucidatura delle parti del piano più in rilievo: la superficie delle piastrelle assume un aspetto parzialmente liscio (70%) e parzialmente ruvido (30%). L’alternanza di parti lucide e parti grezze rende questo tipo di piastrelle lavorate di notevole impatto visivo, provocando un gradevole e brillante contrasto di luci e ombre. Indicate per uso interno.
Piastrelle spazzolate
Le piastrelle spazzolate sono comunemente chiamate anche “piastrelle anticate” e appartengono alla categoria delle piastrelle lavorate. Il nome sta a sottolineare ciò che caratterizza la superficie di queste piastrelle in porfido: l’effetto antico per l’appunto, simile a un piano lentamente usurato, consumato, vissuto nel tempo. Si ottengono sottoponendo piastrelle a piano sega a due diversi trattamenti: fiammatura prima e spazzolatura poi. Indicate per uso interno.
Piastrelle tranciate
Sono piastrelle in porfido con coste a spacco ortogonali al piano.
Pietra della Lessinia
Conosciuta anche come “Pietra di Prun”, è una roccia sedimentaria carbonatica composta da calcari molto compatti, con colori che vanno dal bianco al rosa e ha la caratteristica di essere facilmente lavorabile. E’ adatta per pavimentazioni pedonali o poco trafficate e per uso interno. La zona d’origine di questa pietra è in Veneto, sui monti Lessini.
Pietra di Prun
Conosciuta anche come “Pietra della Lessinia”, è una roccia sedimentaria carbonatica composta da calcari molto compatti, con colori che vanno dal bianco al rosa e ha la caratteristica di essere facilmente lavorabile. E’ adatta per pavimentazioni pedonali o poco trafficate e per uso interno. La zona d’origine di questa pietra è in Veneto, sui monti Lessini.
Pietra d’Istria
E’ una roccia calcarea di sicuro impatto estetico, caratterizzata dal colore bianco-avorio, molto resistente agli agenti atmosferici e in particolare all’erosione del vento e alla salsedine. Molto utilizzata per rivestimenti e elementi d’arredo, scelta nei giusti formati e spessori la Pietra d’Istria può essere impiegata per pavimentazioni pedonali e strade.
Planimetria di progetto
E’ la parte grafica del progetto esecutivo sul quale sono riportati dimensioni e spessori dei materiali, quote di progetto, moduli di posa, limiti dell’intervento. Il buon posatore deve saper leggere il progetto e deve saper mettere in pratica quanto riportato su questo.
Plinti carrai
I plinti sono elementi in porfido che si trovano a lato della soglia carraia e servono per raccordare la soglia carraia (posata inclinata) alle cordonate laterali al passo carraio.
Porfido del Trentino
Pietra naturale di origine vulcanica particolarmente adatta per realizzare pavimentazioni esterne, in qualsiasi condizione di traffico ed in qualsiasi condizione ambientale grazie alle sue naturali doti di resistenza e durezza. Zona di estrazione Trentino.
Posa a corsi regolari e giunto aperto
Il bugnato di porfido viene solitamente messo in opera a corsi regolari e giunti aperti larghi uno/due cm. Si selezionano gli elementi di bugnato che abbiano la faccia vista con l’altezza il più simile possibile (con tolleranze di circa 7-10 mm) e si procede a posarli uno accanto all’altro delineando una riga (corso). I dislivelli nelle altezze verranno pareggiati dallo strato di malta che fungerà da base d’appoggio per il corso successivo di sassi in bugnato.
Posa a corsi regolari e giunto chiuso
Il tranciato di porfido viene solitamente posato a corsi regolari e paralleli e giunti chiusi. In questo caso gli elementi poggeranno l’uno vicino all’altro senza strati di malta visibili: la malta verrà utilizzata solo nelle parti posteriori o laterali delle pietre per ancorarle e fissarle. Sarà il posatore che di volta in volta collocherà gli elementi di tranciato di porfido nella posizione più idonea per dare un senso di continuità e pienezza alla superficie muraria.
Posa a giunti aperti
Le piastre di porfido verranno posate a distanza ravvicinata mantenendo le fughe tra i singoli elementi. La larghezza delle fughe varia a seconda della tipologia di porfido utilizzata. La malta verrà utilizzata nelle parti inferiori e laterali delle piastre per ancorarle e fissarle. Le fughe verranno infine sigillate con boiacca.
Posa a giunti chiusi
I singoli elementi in porfido verranno posati l’uno vicino all’altro senza strati di malta visibili: non verrà cioè eseguita la fuga poichè la malta verrà utilizzata solo nelle parti inferiori delle piastre per ancorarle e fissarle allo strato di allettamento.
Posa in opera
Per posa in opera si intendono tutte le operazioni che vanno dalla stesa dello strato di allettamento alla collocazione dei singoli elementi in porfido e pietra secondo le quote e i disegni di progetto per dare forma e sostanza alla pavimentazione finale, comprese le operazioni di battitura, sigillatura e pulizia finale.
Posatori
Sono gli artigiani che si occupano della messa in opera del porfido e delle altre pietre naturali, nel rispetto delle quote di progetto e dei disegni esecutivi.
Progetto esecutivo
E’ il documento che descrive le modalità e i criteri in base ai quali dovranno essere realizzati i lavori di pavimentazione in porfido e pietra.
Pulizia con segatura
E’ la fase finale della posa in opera del porfido e consiste nella rimozione della boiacca cementizia, lavaggio con getto d’acqua e pulizia finale della superficie passando della segatura di albero non resinoso su tutta la superficie posata, tirandola vigorosamente con l’ausilio di spazzoloni con setole grosse e rimuovendo in fine il tutto con altro getto d’acqua.
Quote di progetto
Le quote rappresentano dei vincoli fissi, posti dal progettista o dalla natura del cantiere, che il posatore deve rispettare per far defluire in maniera efficace le acque reflue, meteoriche e di scolo.
Riparazioni e ripristini pavimentazioni in porfido
Esecuzione di riparazioni a vecchie pavimentazioni in porfido. I lavori di manutenzione e ripristino vengono eseguiti solitamente per la riparazione di pavimentazioni in porfido deteriorate da usura, a seguito di scavi o di interventi di manutenzione ordinaria (scavi per fognature, tubazioni gas o cavi elettrici, ecc.).
Ruggine
La ruggine è una patina persistente di cui può essere cosparso in tutto o in parte il porfido, costituita da ossidi resistenti che conferiscono alla pietra una singolare colorazione che va dal giallo all’arancio intenso.
Rullatura
La rullatura è ottenuta tramite macchine che, facendo scorrere dei rulli sulla superficie delle lastre in pietra, determinano una striatura di vario aspetto (grossa, media o fine) secondo il tipo di rullo impiegato.
Sampietrini
Costituiscono il prodotto in porfido più conosciuto e da sempre utilizzato per pavimentare piazze e strade. A Nord i cubetti sono noti anche col nome di bolognini e al Sud vengono chiamati, anche se impropriamente, sampietrini. La posa classica dei cubetti è quella ad archi contrastanti. I cubetti, scelti nelle pezzature più idonee, ben si addicono a creare pavimentazioni pedonali, pavimentazioni veicolari e pavimentazioni a traffico pesante spaziando dai cortili ai viali, dai marciapiedi alle piazze. In linea generale le dimensioni dei cubetti da impiegare in un pavimento sono direttamente proporzionali all’intensità del traffico.
Scala
Una scala è costituita da gradini e pianerottoli. I gradini a loro volta sono costituiti da un elemento orizzontale che funge da superficie di appoggio del piede (pedata) e da un elemento verticale di collegamento tra 2 pedate consecutive e successive (alzata).
Schemi di posa
Gli schemi di posa sono i disegni compositivi in base ai quali vengono collocati in opera dai posatori i singoli elementi in pietra l’uno accanto all’altro. Gli schemi di posa hanno valenza sia estetica, in quanto determinano l’impatto visivo della composizione finale, sia valenza strutturale poichè la loro corretta esecuzione determina il corretto scarico delle forze-peso gravitanti sulla pavimentazione.
Segatura
Trucioli di legno utilizzati durante la fase di pulizia finale della pavimentazioni in porfido. Si usa la segatura proveniente da legni quale il pino o il larice . Non si usano i legni esotici e quelli resinosi.
Selciato
Termine usato in passato per identificare una pavimentazione esterna dall’aspetto piuttosto rustico realizzata con blocchetti di pietra. Le pietre utilizzate (masegni di trachite, piastre e lastre di porfido, ecc.) venivano un tempo lavorate direttamente sul cantiere dagli scalpellini. Oggi il termine si usa per identificare una generica pavimentazione esterna in pietra.
Sgabello a piolo
Fa parte dell’attrezzatura base del posatore. è costituito da uno sgabellino a piolo (gamba) unico che va a conficcarsi nello strato di allettamento e consente al posatore di mantenere una posizione stabile, sufficientemente comoda per la schiena oltre che di lasciarli grande libertà nei movimenti.
Sigillatura a cazzuola ed eventuale stilatura a ferro
La sigillatura a cazzuola viene eseguita saturando di boiacca le fughe tra le piastre di porfido (lastrame o piastrelle) riempiendole a mezzo di un attrezzo ad imbuto e quindi tirandole lisce a cazzuola. Se richiesto si eseguirà eventualmente anche la stilatura a ferro.
Sigillatura con boiacca di sabbia e cemento
La sigillatura in boiacca di sabbia e cemento si esegue per pavimentazioni in porfido realizzate in cubetti, piastrelle, lastrame, binderi, ciottoli. Garantisce estrema adesione degli elementi l’uno all’altro, ostacola la formazione di piante e crea un pavimento particolarmente compatto e stabile. Con specifici spazzoloni in gomma, si stenderà la boiacca sulla pavimentazione posata e preventivamente inumidita fino a completa penetrazione in ogni giunto (fuga). Si lascerà riposare la boiacca fino a che la stessa abbia iniziato il processo di presa. Con un getto d’acqua a pressione si toglierà la parte più consistente della boiacca che ricopre la pavimentazione e infine, con l’ausilio di apposisiti spazzoloni a setole grosse si eseguirà la completa pulizia del pavimento con 2 o 3 passaggi di segatura prima bagnata e poi asciutta.
Sigillatura con sabbia semplice
La sigillatura in sabbia semplice si può realizzare su cubetti e ciottoli e consente il recupero della totalità degli elementi in caso di scavi. Di contro permette alle erbe di crescere nelle fughe e necessità di frequente manutenzione. Tutta la superficie posata verrà ricoperta da uno strato di sabbia vagliata, che si dovrà far scorrere e penetrare in tutte le fughe sino a completa chiusura di tutti gli spazi.
Sigillatura in resina poliuretanica
La resina poliuretanica è un composto chimico utilizzato al posto della boiacca cementizia per sigillare le fughe delle pavimentazioni in cubetti sottoposte ad intenso traffico veicolare, anche di mezzi pesanti. La sigillatura si esegue colando nelle fughe riempite con frantumato in adatta granulometria la resina con un’apposita attrezzatura . La sigillatura in resina va eseguita in assenza di umidità e consente il transito sulla pavimentazione posata già dopo 24 ore dall’intervento.
Sigilli porta-pietra
Sono elementi di finitura delle pavimentazioni in porfido e pietra. Sono costituiti da sigilli in zinco pesante o ghisa riempiti con porfido o altra pietra e servono per camuffare i punti di accesso ai servizi del sottosuolo mantenendo continuità di materiali in superficie.
Smolleri
Elementi in porfido ricavati dalla lavorazione di piastre tranciate. Sono elementi dall’aspetto molto rustico, con la parte vista ricavata a spacco. Sono l’ideale per realizzare pavimentazioni in forte pendenza come strade di montagna o rampe di garage o ancora per realizzare rivestimenti murari dall’aspetto molto rustico.
Soglie
Le normali soglie in porfido sono piastre scelte utilizzate a finitura degli ingressi pedonali o carrai e sono utilizzate in qualsiasi ambito, per superfici ad uso privato e per superfici di pubblico passaggio. Le soglie vengono generalmente collocate in prossimità dei cancelli per enfatizzare l’importanza di questa zona di transito obbligato. Altre volte invece vengono collocate marginalmente alla pavimentazione come elemento di congiunzione tra 2 tipi di superfici (ad esempio tra la strada pubblica e la pavimentazione privata).
Soglie carraie
Le soglie per passi carrai sono utilizzate principalmente in luoghi pubblici, potenzialmente soggetti a forti carichi, per raccordare la sede stradale alle quote sovrastanti del marciapiede. Lo spessore molto elevato delle piastre che compongono la soglia carraia è uno “spessore di sicurezza”, che serve a garantire durata nel tempo indipendentemente dal numero di passaggi di veicoli (anche di mezzi pesanti) che dovesse esserci. Le soglie sono pensate per raccordarsi ai plinti carrai.
Sottofondo
Un buon sottofondo è indispensabile per ogni tipo di pavimentazione perchè è la struttura che determina la resistenza e durata della stessa. Per il porfido il sottofondo migliore è il massetto in calcestruzzo con rete elettrosaldata perchè è quello che meglio ripartisce i carichi di sollecitazione. I sottofondi dovranno essere adeguati al traffico che sopporterà la pavimentazione finita e dovranno essere sagomati alle giuste quote e con le necessarie pendenze per permettere lo smaltimento delle acque meteoriche verso le caditoie o gli spazi liberi.
Spazio di posa
E’ lo spazio necessario per la corretta posa in opera del porfido. Lo spazio di posa è calcolato dal sottofondo (massetto in cls con rete elettrosaldata) al livello della pavimentazione finita. Ogni tipologia di materiale necessità di un diverso spazio di posa. La mancanza di spazi adeguati può compromettere l’utilizzo di una specifica tipologia di porfido. Questo spazio comprende lo strato occupato dallo strato di allettamento e l’ingombro dato dallo spessore degli elementi in porfido.
Spazzolatura
Questa finitura è chiamata anche “anticatura”. Partendo da piastre precedentemente fiammate, con l’ausilio di specifiche spazzole e feltri, vengono leggermente levigate le asperità superficiali del porfido: la superficie assume una patina lucida che conferisce al materiale un aspetto antico.
Spessoratura
E’ il processo attraverso cui lo spessore variabile delle piastre piano cava viene convertito in uno spessore scelto. La spessoratura riguarda solo le parti a vista della lastra (copertina o pedata) mentre l’interno può variare di + – 2 cm.
Spessore
E’ lo spazio di ingombro del singolo elemento in porfido. In base ai diversi spessori i prodotti di porfido vengono suddivisi in varie tipologie e destinati ad impieghi differenti. Lo spessore del porfido piano cava è quasi sempre variabile mentre lo spessore del porfido con piano lavorato è costante su tutta la piastra.
Spessore costante
E’ lo spessore che caratterizza il porfido lavorato. Lo spessore in questo caso è scelto e viene ottenuto grazie all’ausilio di telai da segagione. La produzione standard consiste in lastre da 2 a 6 cm di spessore, spessori maggiori sono comunque disponibili con facilità.
Spessore variabile
E’ lo spessore che caratterizza il porfido con superficie a piano di cava.
Stilatura a ferro
E’ un’operazione che su richiesta si può eseguire sulle fughe del lastrame e delle piastrelle in porfido. Dopo aver sigillato a cazzuola gli spazi tra le pietre, con la boiacca ancora fresca ma sufficientemente indurita, il posatore esegue su ogni singola fuga una scanalatura di un paio di millimetri utilizzando uno stiletto di ferro.
Strato di allettamento
E’ lo strato su cui verranno collocati i singoli elemento in porfido. Per i cubetti lo strato di allettamento può essere eseguito in sabbia semplice, sabbia miscelata a secco con cemento oppure pietrischetto lavato; per lastrame e piastrelle lo strato di allettamento viene eseguito in malta cementizia.
Terreno di fondazione
E’ lo strato portante su cui verrà realizzata tutta la pavimentazione sovrastante. Prima di procedere ai lavori di posa in opera bisognerà accertarsi che sia in grado di resistere alle sollecitazioni impresse dai carichi alla pavimentazione, compattandolo ove necessario. Dovranno essere valutati tre parametri: la portata, rigidità e stabilità.
Tozzetti
Cubetti con spessore ridotto rispetto alle tipologie standard (cubetti 6/8 bassi, cubetti 8/10 bassi, cubetti 10/10 bassi) usati per lo più per pavimentazioni pedonali, a traffico veicolare leggero o per aree a traffico limitato.
Trachite
Pietra naturale di origine vulcanica particolarmente adatta per realizzare pavimentazioni esterne, in qualsiasi condizione di traffico ed in qualsiasi condizione ambientale grazie alle sue naturali doti di resistenza e durezza. Zona di Estrazione Colli Euganei (provincia Padova).
Tranciato facciavista
Il tranciato faccia vista in porfido è costituito da elementi con superficie a vista e le due facce laterali a spacco e viene utilizzato per rivestire muri e facciate di edifici e per rivestimenti di un certo contenuto estetico. Rispetto al bugnato il tranciato faccia vista ha minor profondità e bugnatura. Viene solitamente messo in opera a corsi regolari e giunto chiuso.
Ventaglio
Lo schema “a ventaglio” è noto anche col nome di schema “a coda di pavone”. La posa a coda di pavone è più costosa rispetto agli altri schemi perchè più difficoltosa e lenta da realizzare. Per rendere in tutta la sua valenza estetica è consigliabile realizzare i ventagli utilizzando materiali dal colore in contrasto (ad esempio cubetti di porfido e cubetti di granito, oppure cubetti di porfido e cubetti in marmo bianco di Carrara).
Zoccolino
Lo zoccolino è l’elemento di finitura messo a congiunzione del pavimento in porfido e pietra con i muri perimetrali. Si parla di zoccolino per elementi con altezza superiore ai 10 cm. Fino a 10 cm questo manufatto è chiamato battiscopa. Lo zoccolino di porfido, a differenza del battiscopa, non solo protegge la parete dallo sporco ma diventa un vero e proprio elemento decorativo.
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