Pavimenti per esterni: porfido o autobloccanti?

Dal punto di vista estetico è innegabile che, al giorno d’oggi, i masselli autobloccanti offrono manufatti di qualità che permettono di realizzare pavimenti per esterni esteticamente molto piacevoli.
La gamma di prodotti presenti sul mercato è molto elevata per soddisfare i gusti più disparati e le svariate esigenze del cliente.

L’offerta di masselli autobloccanti in termini di formati e colori è notevolmente aumentata negli anni.
Addirittura oggi sono disponibili sul mercato molti prodotti in “finta pietra” che tentano di imitare la pietra naturale.
L’estetica a volte è notevole ma la bellezza del porfido trentino e della pietra naturale è inimitabile.
Le pavimentazioni in porfido sono connubio tra emozioni visive e sensoriali che autobloccanti o cementi stampati non potranno nemmeno lontanamente imitare.

Il potenziale espressivo della pietra resta qualcosa di ineguagliabile.
I pavimenti per esterni in Porfido contribuiscono alla storia, all’identità e al colore di una città. La arricchiscono e fanno crescere il valore di mercato delle aree cittadine in cui vengono impiegati e di conseguenza degli immobili che si trovano sul posto, con indubbio vantaggio dei proprietari.

Capita a volte di passeggiare per centri cittadini pavimentati interamente con autobloccanti, scelti magari in un’infelice colorazione grigia monocromatica. L’effetto è decisamente avvilente e mortifica l’intero contesto urbano.
Un indubbio vantaggio dal punto di vista puramente estetico si ottiene quando gli autobloccanti vengono arricchiti con inserti in porfido e pietra naturale: un piccolo trucco dal notevole valore aggiunto.

Tra i committenti privati spesso succede che chi inizialmente aveva optato per una pavimentazione in betonelle, col tempo senta l’esigenza di rinnovare i suoi spazi esterni. E’ in quel momento che la scelta ricade automaticamente sulla pietra naturale.

Il porfido trentino in particolare risulta tra le pietre più apprezzate e richieste dal Cliente privato per dare un nuovo volto ai suoi spazi esterni della propria abitazione, rendendola più bella.

Accade che chi sceglie le betonelle all’inizio passa poi al porfido, quasi mai accade il contrario, ovvero che chi abbia precedentemente optato per un pavimento esterno in porfido lo rimuova per posare gli autobloccanti.

Gli autobloccanti destinati ai pavimenti per esterni non sono prodotti tutti allo stesso modo.
Tra l’ampia gamma di prodotti in commercio bisogna farsi consigliare il prodotto giusto.

I materiali dell’impasto di partenza sono determinanti per la qualità e resistenza dell’autobloccante, i trattamenti superficiali influiscono molto sull’impermeabilità del prodotto, sulla durata dei colori, sulla pulizia delle superfici.

Il porfido trentino invece non ha questo tipo di problemi in quanto è una materiale completamente ecologico, biocompatibile, resistentissimo, inalterabile nella colorazione e prodotto direttamente dal produttore più affidabile che esita: la Natura.

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Oggi vengono prodotti talmente tanti prodotti adatti alle svariate esigenze della viabilità che a volte risulta davvero difficile scegliere.
Il piano di calpestio degli autobloccanti è indubbiamente comodo, l’unico limite che ancora oggi hanno gli autobloccanti è che non si prestano ai pavimenti per esterni destinati al transito veicolare pesante, non tanto per la resistenza del manufatto, ma principalmente per il tipo di posa richiesto (su sabbia semplice).

La stabilità dell’autobloccante è determinata dalla sua corretta posa in opera e dipende, in primis, dagli elementi posti a contenimento del pavimento (cordoletto in calcestruzzo o in pietra) che necessariamente dovranno essere posati in maniera da risultare in grado di contenere la spinta del pavimento.

Tra i difetti principali che si possono additare alle pavimentazioni eseguite con autobloccanti c’è lo svuotamento a cui sono soggette le fughe tra gli elementi che tendono inevitabilmente a svuotarsi poiché la sabbia viene portata via dal vento e dalle acque piovane.
I pavimenti per esterni realizzati con masselli autobloccanti richiedono quindi una manutenzione periodica per riempire le fughe che si fossero eventualmente svuotate mediante apporto di nuova sabbia.

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Sicuramente gli autobloccanti hanno costi abbordabili da tutti le tasche: tanti formati, tanti produttori, diverse caratteristiche, diversi prezzi.

Quando si sceglie di utilizzare i masselli in calcestruzzo come elemento di pavimentazione, oltre al costo iniziale di acquisto del materiale non si dovrebbe trascurare quello che sarà il costo per il futuro “smaltimento” degli autobloccanti.

Il vero problema degli autobloccanti, a cui non ci si presta attenzione all’inizio, è smaltire questo prodotto.

L’operazione di smaltimento dei masselli autobloccanti è molto cara in quanto questi sono classificati come rifiuto speciale. Vengono accettati in discarica a fronte del pagamento di una certa cifra per ogni Kg di prodotto conferito.

Smaltire un vecchio pavimento in porfido e pietra invece è molto semplice in quanto quasi tutti accettano gratuitamente materiali di risulta provenienti da pavimenti per esterni in porfido e pietra naturale.

Pulire un pavimento in betonelle non è sempre così agevole.
A causa della superficie porosa e leggermente ruvida lo sporco tende a fermarsi e a creare il terreno perfetto per la formazione di muffe e muschi e ancora per la crescita di fastidiose erbacce infestanti e l’annidamento di piccoli insetti.
A volte il deterioramento della superficie è senza rimedio, ma questo dipende principalmente dalla qualità dell’impasto dell’autobloccante.
L’utilizzo dell’idropulitrice (tramite un getto di acqua controllato ad elevata pressione) rischia di svuotare le fughe degli elementi rendendoli instabili, ecco allora che per questo tipo di pavimento è preferibile intervenire manualmente sulle zone sporche o macchiate con l’ausilio di acqua, spazzola e prodotti specifici per pavimenti per esterni in masselli autobloccanti reperibili sul mercato.
In base alla qualità della mattonella autobloccante certi prodotti possono modificare la colorazione originaria, per cui è bene testare il prodotto in una zona marginale del pavimento prima di agire su aree più estese.

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